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ELENCO DI TUTTI I POST SUL SISTEMA SOLARE

martedì 20 agosto 2019

LA VIA LATTEA, la nostra galassia. by Andreotti Roberto - INSA.

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Aggiornato il 23/05/2021

LA VIA LATTEA

La Via Lattea (dal latino Via Lactea) è la galassia a cui appartiene il sistema solare; è la galassia per antonomasia, poiché il nome deriva dal greco galaxias, latteo, utilizzato in epoca greca per designarla.

In base agli studi più recenti pare che da un punto di vista strettamente morfologico, la Galassia, sia una galassia a spirale barrata, ovvero una galassia composta da un nucleo attraversato da una struttura a forma di barra da cui si dipartono i bracci di spirale che seguono un andamento logaritmico; insieme alla Galassia di Andromeda, è il membro principale del Gruppo Locale, un gruppo di galassie comprendente anche la Galassia del Triangolo ed una cinquantina di galassie minori, principalmente galassie nane.

Nell'astronomia osservativa, il termine designa la debole banda luminosa biancastra dall'aspetto lattiginoso che attraversa diagonalmente la sfera celeste, formata dalle stelle e dalle nebulosità situate nel disco galattico stesso. La Via Lattea è più brillante in direzione della costellazione del Sagittario, dove si trova il centro galattico che però non è visibile a causa dell'assorbimento della luce da parte delle dense polveri presenti in quella direzione.

Nel corso della storia molti miti e leggende sono sorti per spiegare l'origine della Via Lattea: dal latte di Era che allatta Eracle nella mitologia greca al Gange etereo dell'India; immaginata da Democrito e dagli astronomi arabi come una scia di stelle lontane, fu riconosciuta come tale da Galileo Galilei e, in seguito, da studiosi e filosofi come Immanuel Kant, William Herschel e Lord Rosse.

Secondo alcune fonti il termine "Via Lattea" va riferito esclusivamente alla scia luminosa osservabile nel cielo notturno; in campo scientifico, consuetudine radicata principalmente nei Paesi anglosassoni, per indicare la galassia nel complesso sarebbe preferibile utilizzare il termine Galassia Via Lattea (in inglese Milky Way Galaxy) o anche la Galassia, con l'iniziale maiuscola. Tuttavia anche nelle pubblicazioni scientifiche la locuzione Via Lattea resta la più diffusa, anche per indicare la galassia nel suo complesso.

A causa della diversa distribuzione delle nebulose oscure nella nostra Galassia, la sua forma vista dalla Terra appare molto irregolare e frastagliata: il tratto a nord del centro galattico, che ricade nell'emisfero boreale, appare solcato da una lunga scia scura che percorre la fascia centrale della scia luminosa per oltre una quarantina di gradi: si tratta di un complesso nebuloso noto come Fenditura del Cigno ed è una caratteristica tipica della Via Lattea del cielo boreale; vista dall'emisfero australe, nel suo ramo a sud del centro galattico, appare meno oscurata della parte boreale: l'unica nebulosa oscura di rilievo è la Nebulosa Sacco di Carbone, che si presenta come una toppa scura che si sovrappone al grande chiarore della Via Lattea dei cieli del sud. Invece in direzione opposta al centro galattico, fra le costellazioni dell'Auriga e dei Gemelli, la scia chiara appare un po' meno spessa e meno brillante.

Origini:
Circa 10 miliardi di anni fa, una galassia nana, conosciuta come Gaia-Enceladus, entrò nel campo gravitazione della Via Lattea finendo per venire inglobata al suo interno. 
Per capire come questa collisione galattica, avvenuta nelle prime fasi di vita della Via Lattea, ha influenzato l’evoluzione della nostra galassia è però necessario riuscire a ricostruire una cronologia precisa: cosa non certo semplice per un evento avvenuto in un’epoca così remota. 
Un importante passo avanti in questa direzione arriva ora da un gruppo internazionale di ricerca, che ha coinvolto anche l’Università di Bologna, il quale è riuscito a determinare con una precisione senza precedenti l’età relativa di un centinaio di giganti rosse – una classe di stelle longeve e particolarmente brillanti – presenti nella Via Lattea, alcune delle quali sono però originarie della galassia Gaia-Enceladus.

Pubblicato su Nature Astronomy, lo studio nasce nell’ambito del progetto Asterochronometry, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) e guidato da Andrea Miglio, professore al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna e associato Inaf. 
I risultati rivelano che le stelle inglobate dalla Via Lattea a seguito della collisione con Gaia-Enceladus hanno un’età simile, se non poco più giovane, a quella di molte stelle che sono invece nate nella Via Lattea. Questo suggerisce che, quando avvenne la collisione, la Via Lattea aveva già formato al suo interno una parte significativa del disco, o almeno del suo progenitore. 
E indicherebbe quindi che la collisione con Gaia-Enceladus non è stata un evento determinante per la formazione della prima popolazione stellare della nostra galassia.

Questa coppia di galassie interagenti è composta da Ngc 5754, la grande spirale a destra, e Ngc 5752, la compagna più piccola nell’angolo in alto a sinistra. La struttura interna di Ngc 5754 difficilmente ha risentito dall’interazione, mentre la struttura esterna mostra le caratteristiche tipiche di effetti mareali, così come la simmetria del modello a spirale interna e le braccia piegate appena oltre il suo anello interno. Al contrario, Ngc 5752 presenta una ricca popolazione di ammassi stellari massicci e luminosi che si raggruppano attorno al nucleo e si intrecciano con intricate linee di polvere.  Crediti: Nasa, Esa, the Hubble Heritage (Stsci/Aura)-Esa/Hubble Collaboration, and W. Keel (University of Alabama, Tuscaloosa) ).

«La composizione chimica, la posizione e il movimento delle stelle che osserviamo oggi nella Via Lattea possono rivelare informazioni preziose sulla loro origine e la loro storia», spiega Miglio. 
«La sfida è però riuscire a stabilire con alta precisione la loro età, in modo da poter ricostruire la sequenza degli eventi che hanno formato la nostra galassia. 
Per fare ciò ci siamo basati su una tecnica innovativa, ovvero sullo studio delle oscillazioni acustiche che avvengono all’interno delle stelle, misurate utilizzando dati ottenuti dal satellite Kepler».

Il metodo utilizzato dagli studiosi è infatti quello dell’astrosismologia, che permette di rivelare le proprietà delle stelle a partire dall’analisi delle loro risonanze naturali. 
Così come note musicali con timbri diversi dipendono dalla forma e dal materiale di strumenti musicali diversi, le frequenze e le ampiezze delle oscillazioni naturali delle stelle dipendono dalle caratteristiche della “cassa di risonanza stellare”, ovvero dal loro raggio e dalla loro struttura interna. 
E dato che entrambe queste proprietà variano nel corso del tempo, analizzando queste caratteristiche è stato possibile determinare con alta precisione l’età delle stelle.

«Utilizzando informazioni dettagliate sulle frequenze di oscillazione di queste stelle, la metodologia che abbiamo applicato ci ha permesso di arrivare a stabilire con grande precisione le loro età», conclude Miglio. 
«L’obiettivo ora è utilizzare questo approccio per campioni più numerosi di stelle, in modo da poter ottenere una ricostruzione sempre più precisa della storia della Via Lattea, creando una vera e propria cronologia di come la nostra galassia si è evoluta nel corso del tempo».


Dimensioni:
Il disco stellare della Via Lattea ha un diametro di circa 100 000 anni luce e uno spessore, nella regione dei bracci, di circa 1 000 anni luce. Le stime sul numero di stelle che la compongono sono varie e a volte controverse: secondo alcune fonti sarebbero circa 200 miliardi, mentre secondo altre potrebbero essere fino a 400 miliardi. In realtà il numero esatto dipende dalla quantità delle stelle di piccola massa, altamente incerto; inoltre recenti osservazioni inducono a pensare che il disco gassoso della Via Lattea abbia uno spessore di ben 12 000 anni luce, un valore dodici volte superiore a quello precedentemente ipotizzato. Se vi fosse un modellino in scala con un diametro di 130 km che rappresentasse la nostra Galassia, il sistema solare ne occuperebbe appena 2 millimetri.

All'esterno della Via Lattea si staglia l'alone galattico, delimitato dalle due galassie satelliti maggiori, la Grande e la Piccola Nube di Magellano, i cui perigalattici (i punti delle loro orbite più vicini alla nostra Galassia) distano circa 180 000 anni luce dalla Via Lattea stessa.

Struttura:
Le osservazioni condotte dal telescopio spaziale Spitzer nel 2005 confermarono che la Via Lattea è realmente una galassia a spirale barrata: la nostra Galassia è dunque formata da un nucleo centrale (bulbo) attraversato da una struttura simile ad una barra, costituita da stelle evolute, circondate da gas e polveri; dalla barra si dipartono quattro strutture a spirale logaritmica su cui si dispongono le formazioni stellari più giovani. La distribuzione della massa nella Galassia sembra ricalcare il modello Sbc suggerito nella classificazione di Hubble, ossia una galassia spirale con dei bracci relativamente sottili e sfrangiati.

( Mappatura galattica nell'infrarosso ).

L'ipotesi che la Via Lattea fosse in realtà una spirale barrata, e non una semplice galassia a spirale come si credeva inizialmente, iniziò ad interessare gli astronomi attorno agli anni ottanta, i loro sospetti furono confermati dalle osservazioni condotte dal telescopio spaziale Spitzer nel corso del 2005, che mostrarono anche che la barra centrale della Via Lattea fosse in realtà più larga di quanto inizialmente sospettato.
La Via Lattea è ora considerata una spirale barrata di tipo SBbc.

La distanza tra il Sole e il centro galattico è attualmente stimata in 26 000 ± 1 400 anni luce (7,62 ± 0,32 kpc), mentre le stime precedenti si aggiravano su valori attorno ai 35 000 anni luce.

Il centro galattico (vedi sotto), nasconde al suo interno un oggetto di massa molto elevata, che si ritiene essere la causa della forte emissione radio da parte della sorgente nota come Sagittarius A; molti indizi inducono a pensare che si tratti di un buco nero supermassiccio, denominato Sgr A*. Si pensa che molte galassie abbiano al loro centro oggetti di questo tipo.


Il centro galattico è attraversato da una barra, dalle dimensioni prossime ai 27 000 anni luce; si crede che essa attraversi il centro galattico con un angolo di visuale di 44 ± 10 gradi rispetto alla linea ideale che collega il Sole allo stesso centro galattico. La barra è composta principalmente da stelle rosse, probabilmente di età molto antica (fondamentalmente, nane e giganti rosse) ed appare circondata da una struttura ad anello chiamata "anello dei 5 kpc", che contiene una gran parte dell'idrogenomolecolare presente nella Galassia e dove hanno luogo molti fenomeni di formazione stellare. Vista dalla Galassia di Andromeda, questa struttura sarebbe la più luminosa osservabile della nostra Galassia.

Ogni braccio di spirale descrive una spirale logaritmica (come d'altra parte fanno tutti i bracci delle galassie a spirale), con un'inclinazione di circa 12 gradi. L'esito di studi condotti nel 1993 ha suggerito l'esistenza, nella Via Lattea, di due bracci maggiori (Braccio di Perseo e Braccio Scudo-Croce) e due bracci complementari (Braccio del Cigno e Braccio del Sagittario), aventi tutti origine al centro della Galassia, con alcuni bracci secondari, che si dipartono dai maggiori, i loro nomi sono elencati di seguito, come mostrato anche dall'immagine:

colorebraccio
celesteBraccio dei 3-kpc e Braccio di Perseo
violaBraccio Regolo-Cigno (allungato con una recente scoperta)
verdeBraccio Scudo-Croce
rosaBraccio Carena-Sagittario
sono presenti inoltre anche due bracci secondari:
arancioneBraccio di Orione (che contiene il Sole e il nostro sistema solare)
gialloBraccio del Centauro (esteso fra il Braccio Carena-Sagittario e il Braccio Scudo-Croce)

Il disco galattico è circondato da un alone sferoidale formato da stelle vecchie ed ammassi globulari, il 90% dei quali si trovano entro un raggio di 100 000 anni luce, suggerendo l'esistenza di un alone di stelle di 200 000 anni luce di diametro. Tuttavia, alcuni ammassi globulari sono stati osservati a distanze anche maggiori, come Palomar 4 e AM1, che si trovano ad oltre 200 000 anni luce dal centro galattico. A differenza del disco, che contiene gas e polveri che oscurano la visuale ad alcune lunghezze d'onda, l'alone galattico ne è completamente privo; i fenomeni di formazione stellare hanno luogo nel disco, e specialmente nei bracci di spirale, dove la densità è maggiore, mentre nell'alone tali fenomeni non si verificano. Anche gli ammassi aperti sono oggetti tipici del disco e non dell'alone.

Nel 2006 fu infine scoperta una grandissima struttura diffusa estesa sulla volta celeste su una superficie apparente di circa 5000 volte quella della Luna piena, che non sembra adattarsi al modello ideato per la nostra Galassia: questo gruppo di stelle si estende infatti perpendicolarmente al piano galattico, verso l'esterno. La teoria più accreditata afferma che si tratti di una galassia nana in fase di fusione con la Via Lattea; questa galassia è stata chiamata col nome di Corrente stellare della Vergine, poiché si estende in direzione dell'omonima costellazione, a circa 30 000 anni luce da noi.

Posizione del Sole:
Il Sole, e quindi anche la Terra e tutto il Sistema Solare, si trova nella Nube Interstellare Locale, che a sua volta si trova dentro la Bolla Locale, a sua volta dentro la Cintura di Gould situata nei pressi del bordo interno del Braccio di Orione, ad una distanza di circa 7,62 ± 0,32 kpc dal centro galattico. La distanza tra il nostro braccio locale e quello subito più esterno, il Braccio di Perseo, è di circa 6500 anni luce.
Il Sole e il Sistema Solare si trovano in quella fascia che gli scienziati chiamano zona galattica abitabile.


Il Sistema Solare impiega circa 225-250 milioni di anni per completare un'orbita attorno alla Galassia (un anno galattico), si pensa dunque che il Sole abbia completato durante la sua vita circa 20-25 orbite complete, mentre dall'origine dell'Uomo sarebbe trascorso 1/1250º di rivoluzione. La velocità orbitale del Sistema Solare rispetto al centro galattico è approssimativamente di 220 km/s; a questa velocità, al Sistema Solare occorrono circa 1400 anni per compiere uno spostamento pari ad un anno luce, o 8 giorni per muoversi di una UA.

Direzione:
Gli astronomi credono che la Via Lattea si muova a circa 600 km/s rispetto al riferimento dato dalle galassie circostanti; se ciò fosse corretto, la Terra compirebbe uno spostamento nello Spazio di 51,84 milioni di km al giorno, o più di 18,9 miliardi di km all'anno, circa 4,5 volte la distanza minima da Plutone. La nostra Galassia si starebbe muovendo in un punto di Spazio visibile nella costellazione dell'Idra, e potrebbe col tempo diventare un membro dell'Ammasso della Vergine.

Un altro punto di riferimento è dato dalla radiazione cosmica di fondo (CMB); la Via Lattea sembra muoversi a circa 552 km/s rispetto ai fotoni della CMB. Questo movimento è osservato da satelliti come il COBE e il WMAP, che fungono da bilanciamento bipolare alla CMB, poiché i fotoni in sintonia con la radiazione di fondo mostrano uno spostamento verso il blu in direzione del movimento e uno spostamento verso il rosso nella direzione opposta.
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A cura di Andreotti Roberto.


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